C’era una volta il Torchio
in Valcamonica

Di Gaudenzio Ragazzi

SINOSSI

Questo libro è il risultato di un’appassionante ricerca avviata nel 2003 in seguito al casuale rinvenimento a Esine (Valcamonica) di una strana pietra che ““ come si è poi scoperto ““ era utilizzata come contrappeso in un antichissimo torchio. Dopo quella di Esine, molte altre pietre sono uscite dal decennale oblio in cui l’innovazione tecnologica le aveva relegate. Insieme ai contrappeso sono tornati alla visibilità tutti i manufatti in pietra e legno, abbandonati negli angoli dei cortili e delle cantine, che avevano fatto parte dei grandiosi torchi che in tutte le vallate alpine erano utilizzati per la spremitura delle vinacce.

Da una parte la ricerca ci restituisce un quadro organico della più arcaica tecnica utilizzata dalle genti alpine per la produzione del vino; dall’altra, nel quasi totale silenzio delle fonti di archivio, la viva voce degli anziani viticoltori della Valle Camonica fornisce preziose testimonianze riguardo ai procedimenti di torchiatura utilizzati fino alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso.

Lo studio delle tecniche arcaiche per la produzione del vino non può essere disgiunto dalla memoria che molti anziani contadini sono riusciti a trasmettere grazie a questo libro.

La ricerca documenta come in Valcamonica, come in molte le vallate alpine, fino alla seconda metà del’900 erano ancora in funzione molti di torchi a leva. Uno di questi, scoperto a Berzo Demo (Valcamonica), in virtù della sua struttura, del tutto simile a quella del torchio rinvenuto nella Villa dei Misteri di Pompei, risulta essere il più arcaico dell’intero arco alpino.

Con questo libro, oltre che ricostruire un pezzo di storia agraria della regione alpina, si tenta di delineare nei suoi risvolti antropologici, economici e sociali, una tecnologia che il contadino delle Alpi ha messo in campo per produrre uno degli alimenti fondamentali per la sua sopravvivenza.

Visualizza carrello