Le più antiche immagini: il Paleolitico. Le immagini che gli studiosi hanno scoperto nella profondità delle caverne dell’area franco-cantabrica avevano un’importanza vitale per gli uomini del Paleolitico Superiore (da 35.000 anni fa fino a 10.000). Non a caso entrare in queste caverne comportava seri pericoli. Alle tre lunghe gallerie della grotta di Trois Frères, ad esempio, si poteva accedere solo strisciando sul ventre senza mai levare il capo per quaranta metri, attraverso un angusto passaggio . Per vedere i dipinti di altre caverne era necessario attraversare fiumi sotterranei, superare crepacci e affrontare molti insidiosi ostacoli. In queste cavità che sprofondavano nella terra sono state rinvenute immagini policrome di grandissima bellezza, il cui non facile avvicinamento da parte di un qualsiasi “visitatore” umano la dice lunga sulle finalità delle pitture, non certo riconducibili al puro desiderio di fruire di un prodotto artistico. Perchè dunque realizzare immagini in luoghi irraggiungibili, immersi nel buio più profondo? E poi, quale senso poteva avere l’atto di riprodurre, nel ventre della terra, nei colori e nelle forme naturali, l’immagine di alcune specie animali? Certo, non quello artistico, dato che la fruizione di quelle immagini era probabilmente consentita in ogni momento ad una ristretta cerchia di iniziati e solo in alcune ricorrenze all’intera comunità riunita. Perchè dunque produrre immagini in quelle condizioni?
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