18. “La musica non fa i conti con la materia” (Goethe). E lo sapeva bene anche l’uomo preistorico.

da | Feb 8, 2018 | Senza categoria | 0 commenti

stalatt caverne

L’uomo preistorico ha saputo trarre profitto dalle proprietà di risonanza delle cavità delle grotte dipinte e controllare alcuni parametri come l’intervallo dei fori di un flauto, l’aggiustamento della lunghezza di uno strumento, di cui è constatabile come la fattura sia in pratica rimasta immutata fino a nostri giorni.

La nascita delle più antiche forme di arte è documentata in Europa dalle grotte dipinte  a partire dal Paleolitico Superiore (ca. 40000 anni fa). Quegli artisti  erano sicuramente pittori, scultori e, forse, danzatori. Ma erano anche musicisti? Non possiamo saperlo. In certe condizioni ambientali, le immagini  si conservano a lungo, mentre i suoni si dissolvono con l’ascolto. Gli unici elementi a dare testimonianza dell’esperienza musicale preistorica sono i manufatti utilizzati per produrre i suoni. L’intensità del suono, il ritmo, la melodia della musica preistorica, non possono essere ricostruiti ma solo in parte ricompresi percorrendo quattro vie di ricerca:  1- lo studio dell’espressione  e delle credenze musicali dei popoli primitivi che fino a

kokopelli

Quando Cocopelli, dio della felicità e della fertilità, cammina sulla terra  del popolo Navajo suonando il suo flauto, il sole spunta nel cielo, la neve si fonde, la terra si colora di verde, gli uccelli intonano canti di gioia e tutte le creature viventi si radunano per sentire le sue storie. (Arte Rupestre Anazasi, New Mexico)

qualche decennio fa hanno vissuto in una dimensione arcaica; 2 – lo studio della musica popolare dell’Occidente, che contiene buona parte degli elementi che costituiscono il modello musicale arcaico; 3 – Gli strumenti sonori rinvenuti negli scavi archeologici; 4 ““ l’individuazione degli aspetti cognitivi che distinguono l’uomo moderno da quello arcaico.

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