
Grotta di Altamira (Spagna, 18000- 13000 a.C.). Figure antropomorfe ibride ritratte di profilo con le braccia sollevate nella posa dell’adorante.
L’uomo dalle braccia alzate nell’atteggiamento dell’adorante è il tema figurativo più diffuso in ogni parte del mondo e in ogni tempo. I documenti più antichi sono gli antropomorfi ibridi del Paleolitico superiore (16000-14000 a.C.), poi gli adoranti che presiedono il girotondo magico intorno ai due personaggi “incaprettati” della grotÂta Addaura (Palermo, epigravettiano, ca. 9000 a.C.), fino al gesto che il sacerdote ancora oggi compie nel corso della Messa. Adoranti di profilo ricorrono nelle rappresentaÂzioni attribuite alle fiorenti culture mesolitiche del Nordafrica, a partire dalla Cultura delle Teste Rotonde (VII° mill. a. C.) e sono presenti ininterrottamente fino all’Islam. (Huard).

Addaura, Monte Pellegrino (Epigravettiano finale, 9000 a.C., da Anati). Ricostruzione della più antica rappresentazione in cui l’uomo appare come protagonista di una vera e propria “scena rituale”. Alcuni personaggi che indossano maschere a becco di uccello circondano uno spazio centrale in cui sono posti due esseri umani mascherati e dotati di astuccio penico (una sorta di contenitore, in uso presso molti popoli primitivi, in cui viene inserito, celandolo così alla vista, il membro virile). I personaggi sono stesi per terra uno sopra l’altro, rivolti verso due direzioni opposte e con la schiena inarcata da un laccio teso tra il loro collo e le gambe. Per alcuni studiosi due personaggi centrali sono acrobati che eseguono le loro evoluzioni religiose di fronte ad un pubblico; per altri la scena fa parte di un rituale che prevede il sacrificio di due esseri umani la cui morte giungerà per il soffocamento (incaprettamento)..